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I mercati cambiano alla “velocità del levriero” e così le strategie di Pet Marketing che funzionavano lo scorso anno potrebbero non essere più efficaci.

Anche le priorità, gli interessi, le esigenze ed i problemi dei Pet Parents, dei clienti, cambiano del tempo e ciò non può essere ignorato, ma al contrario studiato ed assecondato.

Non adattarsi al cambiamento per aggrapparsi con le zampe allo status quo è foriero di una morte sicura e spesso prematura. La resistenza di molte aziende del settore Pet, soprattutto quando si parla di cambiamento tecnologico, è una delle cause che mette in crisi la comunicazione, il marketing, il  commerciale e – in ultima istanza – il conto economico.

In questo articolo andiamo a scoprire “4 segnali a 4 zampe” che indicano la necessità di cambiare per non estinguersi.

Le tue decisioni non sono “data driven” ma “belly driven”

Ovvero sono guidate dal tuo istinto “animale”, dalla pancia, ma non dai dati e questo potrebbe rivelarsi un errore fatale…

Che si tratti semplicemente di decidere in quali orari postare su Facebook o Instagram, di individuare gli argomenti più “caldi” per il tuo blog, di rivedere il packaging del tuo prodotto, di scegliere un formato, di riposizionare i prezzi di vendita al pubblico su uno specifico canale, di costruire una politica promozionale efficace sul canale consumer, solo per fare alcuni esempi frequenti, i dati sono indispensabili per prendere la decisione giusta, al momento giusto.

Basarsi su dati generici, non rilevanti per il tuo business, per i tuoi obiettivi specifici, potrebbe condurre ad errori grossolani. Immagina ad esempio di voler lanciare una nuova linea di cibo secco per cani in uno specifico stato Americano, a titolo di esempio la Florida. Ecco allora che utilizzare dati e ricerche che riguardano l’intero mercato USA ti potrebbe portare decisamente fuori strada – e se anche tu hai 4 zampe motrici – sul terreno dell’incertezza sarebbe meglio non spingersi, a rischio il successo del tuo progetto di internazionalizzazione.

Un altro aspetto essenziale è rappresentato dalla fonte e dalla autorevolezza dei dati. E’ incredibile come l’88% delle aziende Pet prenda ciecamente per “buoni” dati e ricerche prodotti da terze parti,  invece di raccogliere sul campo, dal proprio mercato, dai propri clienti, dalla propria nicchia,  gli elementi fondanti della propria “intelligence” e ciò senza ancora parlare della sfida più grande per le aziende di tutto il mondo: l’intelligenza artificiale (su quest’ultimo tema ci stiamo “facendo le ossa” e tra poco te ne racconteremo delle belle”)..

Il tuo approccio al cliente è “a stampino”

Il concetto di personalizzazione è molto semplice: creare esperienze di acquisto specifiche per specifici clienti, su canali specifici, , in funzione dei loro interessi,  delle loro preferenze, dei loro problemi.  Tutti “a tavolino” comprendiamo l’importanza di lavorare in modalità “sartoriale”, tanto si parli di on line quanto di off line, ma poi nella pratica molti brand sembrano incapaci di sfruttare questa grande opportunità, incapaci di interpretare le esigenze dei loro clienti, di “abbaiare” la loro lingua e costruire per loro prodotti, servizi, esperienze “su misura.

Dati di fatto: il 44% dei consumatori reagisce negativamente quando il brand non compie alcuno sforzo per adattarsi alle loro specifiche esigenze, trattandoli come “un cliente qualunque”. Al contrario sono molto più portati all’acquisto quando il brand compie lo sforzo di riconoscerli,  informarli ed infine fornire soluzioni pensate e costruite appositamente per loro.

E’ evidente come utilizzare dati generici non ti permette di personalizzare. Ma per raccogliere informazioni e trasformarle in dati utili per il tuo business richiede un grande salto culturale e strumenti tecnologici che sino a pochi anni addietro erano “CANtascienza”, primi tra essi gli strumenti di Web Intelligence e Social Listening.

La tua strategia social è esclusivamente promozionale

I social media sono un mezzo CANtastico per connettersi con i Pet Parents, per conversare con il pubblico, per capire cosa li muove, cosa cercano, come parlano, quali obiettivi perseguono, di cosa hanno paura, quali problemi vogliono risolvere. Ma è davvero un attimo perdere clienti per strada e compromettere la reputazione del brand a causa di un cattivo utilizzo dei canali social.

Le aziende Italiane del settore Pet sono molto più inclini ad utilizzare i social esclusivamente come strumento commerciale, promozionale e pubblicitario. Triste ma vero, questo approccio troppo “marketing” e poco “friendly” ti porterà a perdere per strada circa la metà della tua audience potenziale. Il motivo di ciò è semplicissimo: i potenziali clienti hanno una prospettiva diametralmente opposta quando si parla di social network, un luogo dove si possono esprimere, confrontare con i loro pari e comunicare “alla pari” con il resto del mondo. E ciò è ancora molto più forte nel settore Pet, dove i milioni di genitori di cani e gatti vogliono capire, imparare, condividere, insegnare, criticare … ma non necessariamente comprare!

Si hai capito bene: 1 persona su 3 si aspetta di dialogare con il tuo brand, di fare domande o di esprimere critiche. Cosa aspetti allora? Costruisci la tua strategia social per ingaggiare, generare nuovi contatti, creare relazione, richiedere feedback, gestire le critiche … e lascia perdere la promozione. Fai tua questa semplice lezione, fallo con passione e attenzione per ogni singolo contatto e potrai crescere il tuo fatturato sino al 40%.

I tuoi contenuti di Pet Marketing non sono “friendly”

Viviamo in un mondo dove tutto corre veloce come un levriero e dove i 2 zampe hanno sempre meno tempo da dedicare alla lettura, ad informazione ed educazione, in particolare attraverso i formati tradizionali. Certo è innegabile! Articoli lunghi ed articolati – esattamente come quello che stai leggendo in questo momento – fanno SEO e contribuiscono attivamente alla tua strategia di posizionamento sui motori di ricerca, ma non sono assolutamente funzionali per ingaggiare nuovi potenziali clienti sul canale B2C.

Nonostante queste evidenze,  la maggior parte dei brand si focalizza su contenuti articolati e pesanti per i comuni mortali a 2 zampe, produce casi studio, infografiche e articoli per il proprio blog, mancando l’obiettivo principe di generare nuovi contatti, attrarli, ingaggiarli e trasformarli in clienti. Cosa fare allora? Semplice! Basterebbe fornire loro gli stessi contenuti più “friendly” in formato video e la performance dei tuoi contenuti esploderebbe con un + 512%

CONCLUSIONI

Una strategia di Pet Marketing di stampo tradizionale, conservativa (o ancor peggio obsoleta) può avere un effetto drammaticamente negativo sulla tua comunicazione, sul tuo marketing, sulla tua immagine, sulla tua reputazione ed infine sul tuo conto economico.

Ignorare i trend emergenti, i cambiamenti di mercato, le nuove esigenze dei clienti, le loro preferenze ed i nuovi paradigmi del “phygital”  può portarti velocemente alla deriva, fuori mercato e senza via di ritorno.

Numerosi brand hanno già scontato il prezzo degli errori della “vecchia scuola”, un motivo in più per mettersi in discussione, trasformarsi e rivedere i fondamenti del proprio Pet Marketing.

Questo pillola di Pet Marketing è stata ispirata da un interessante articolo di Jeff Bullas “4 signs you are using outdated Marketing techniques”  https://www.jeffbullas.com/outdated-marketing-techniques/

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