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Fai colazione come un re, pranza come un principe e cena come un povero.

 

E’ ufficialmente arrivata l’estate, un’estate “Africana” per dirla tutta. Giornate più lunghe, facce abbronzate e tanta voglia di vivere all’aperto. Quale migliore occasione per “sgambare” e “smangiucchiare” le delizie della tradizione gastronomica Italiana, in strada e per strada, “zampettando” da un luogo all’altro e senza mai fermarsi?

Oggi ti racconto dove andare a Milano per gustare le migliori ricette regionali del Belpaese, in compagnia del tuo adorato peloso, perché #a6zampe la vita è più bella e la pappa “da strada” più buona, parola di #dogfather.

A Milano la Sicilia spacca! Arancini (o arancine), panzerotti, pane e panelle, cannoli sono diventati i nuovi “eroi” della pausa pranzo, della merenda, della cena e del dopo cena, per numerosi golosi che come noi, non sanno resistere alla tentazione del gusto. Tra questi “spacciatori di delizie” spicca A’ Vucciria, “Old Sicily & New Food” dove troverai una montagna di prodotti tipici, fatti a mano, nel pieno rispetto della più antica tradizione siciliana. Scegliere sarà difficile, ingrassare un battito di ciglia. Se non ti trovi nel periodo critico della “prova costume” e se hai rigato dritto per tutto l’inverno …  non c’è posto migliore per “scioperare” (almeno per un giorno) ed appagare anima e palato! E per chiudere in bellezza regalati una “Minkia Tosta”, corpo medio e morbido, schiuma solida e persistente, colore avorio, una birra dal carattere tutto Siciliano!!!

La Sardegna non è da meno.  Una delle sue new entry è il Carasino, un format innovativo in grado di creare, in pochi minuti e con molta simpatia, dei rotoloni “da strada” che mixano l’unicità del pane carasau con ingredienti tutti italiani, dai salumi al pesce, del vegetariano al vegano, sino ad arrivare al dolce. Sardegna per tutti i gusti ed #a6zampe, ideale per spezzare una giornata di shopping “cattivo” in Corso Buenos Aires oppure in uno di quei pomeriggi in cui, l’insalatina mangiata a pranzo, non ti basta per arrivare all’ora dell’aperitivo. Goduriosi di tutto il mondo unitevi e fatevi un bel Carasino!

Poteva la Puglia starsene buona a guardare? Ogni giorno spuntano come funghi nuovi ristoranti pugliesi e di ottimo livello, ma nel mondo del cibo da strada e nello specifico del vero panzerotto pugliese, Luini, l’originale,  rimane il numero 1 incontrastato. E pensare che abbiamo anche cercato un degno “sostituto”. Risultato? Abbandonate ogni speranza “o voi dannati”, la coda di Luini  vale ancora tutta, parola di #dogfather. Le ricette segrete della “sciura Giuseppina Luini”, gelosamente custodite dalla family,  hanno messo in fila e d’accordo  “buongustai” di tutto il mondo. Panzerotti fritti e al forno, riempiti generosamente con ogni “ben di Dio”, per ogni gusto e per ogni dieta (recentemente è apparso anche il panzerotto integrale alle verdure, nel segno dell’innovazione).

Il Veneto si ritaglia la sua piccola scena con Tramé, importando a Milano il tipico tramezzino Veneziano meglio conosciuto come “tramesin”: soffice pane bianco di forma triangolare, riempito generosamente con i miglior ingredienti della tradizione Italiana (da qui il suo “paffuto sorriso”). Tramezzini “gourmet” da sbranare senza troppi complimenti a pranzo o merenda  o per chi cerca un aperitivo “alternativo” (Spritzetto e tramezzino) à bon marché.

La Liguria si fa sentire in quei di Brera con il profumo della tipica focaccia di Recco di Vianson. Una prelibatezza genuina e salutare, senza additivi o ingredienti chimici, fatta di sola acqua, farina, sale, olio extravergine di oliva e formaggio. Entrando da Vianson potrai apprezzare l’autentico profumo del pane appena sfornato, dell’olio e della crescenza, “vestire” la tua focaccia con il buonissimo pesto di prà (o con i selezionati salumi per chi è ancora “carnivoro”) e scegliere le dimensioni in funzione del tuo appetito (mini = chihuahua, normale = beagle, maxi = alano).

All’ombra dell’ex Teatro Smeraldo, oggi tempio di Eataly, tiene il passo la Valtellina, dal 2013,  con Sciatt a Porter, uno street food “montagnino” il cui protagonista è il “piccolo grande” sciatt, goduriosa frittella di grano saraceno, ripiena di formaggio Casera fuso e servita in comodi cartocci da gustare passeggiando in una delle zone più trendy e vivaci di Milano. E se poi questa “esca” vi avrà aperto lo stomaco, potrete sempre fermarvi al ristorante (carnivori e non) per passare al gioco duro fatto di Pizzoccheri, Polenta, formaggi, bresaola ed altre delizie della Vallata.

Portavoce a Milano della tradizione Emiliana 4.0 è  Sorry Mama. lasagneria artigianale che attraverso sperimentazioni e abbinamenti coraggiosi,  ha saputo reinterpretare con successo la lasagna classica della mamma (quella che ci mangiamo sempre e solo a casa) in chiave moderna ed in versione da asporto. Lasagna al pesto, vegana, vegetariana, “parmiGianna” ai pistacchi … lasciati tentare ma (consiglio #a6zampe) non sottovalutare cosa significhi mangiare una “tegola” di lasagna calda appena sfornata mentre cammini lungo Corso di Porta Romana con il tuo quadrupede al guinzaglio. Provare per credere!

A Milano come in Alto Adige da Delicatessen. Non confonderti con  il bellissimo e buonissimo ristorante di Viale Tunisia (che ti racconterò in un articolo dedicato ai migliori ristoranti italiani di Milano, ) 3 negozi in 3 zone tattiche (Buenos Aires, Duomo e Navigli) dispensano squisitezze alimentari che parlano con un simpatico accento tedesco! Tra queste il “vero divo” è rappresentato dal mitico Bretzel, un tipico pane di origina alsaziana (sebbene la Turchia ne rivendiche la maternita …), croccante fuori, morbido dentro, che potrai mangiare da solo oppure farcire con affettati e formaggi della tradizione Atesina.

Senza voler entrare nella storica diatriba tra Emilia e Romagna, ti presento Farinami: la piada “fusion” (poteva mai essere classica a Milano?) Da Farinami “la fanno davvero strana” e così questa icona gastronomica  della tradizione si presenta sotto forme e spoglie diverse come la “sushi piada” (un maki grassoccio dove la piadina sostituisce il riso), il “cono piada” (dove la cialda è fatta di piada e le palle con ingredienti freschi come salumi, pesce, formaggi e verdure) e ancora la “piada burger” e la “pizza piada” per non farsi mancar nulla.  Un must per chi arriva e per chi parte, a due passi dalla Stazione Centrale.

Ci stiamo lentamente spostando ad Oriente ed è quindi il momento migliore per presentarti Itashi, il cibo da strada più etnico tra gli “italici”, che si definisce con queste parole: la cucina tradizionale Italiana avvolta in quella Giapponese“. Simpatia e innovazione, le due keywords di questo piccolo laboratorio del gusto che ama “provocare” e si inventa l’Itamaki, un rotolo dall’impasto (ancora) segreto che avvolge di tutto, dalla parmigiana al pesce, dalla fassona al carpaccio, dall’nduja alle verdure, sino ad arrivare alla versione dessert, tra queste il mitico cannolo. E per un branco di pochi fortunati, pochi ma intimi tavoli dove gustare gli Itamaki annaffiandoli (why not) con une bella bollicina.

Wikipedia e Treccani non sono stati in grado di accertare l’origine geografica della “tartina”, fermandosi ad una sterile definizione di: “Fettina di pane spalmata di burro, maionese o altro, guarnita in vario modo, che si serve come antipasto e sim”. Arriviamo così, senza campanilismo e senza alcuna indicazione geografica, ad uno di quei ricordi che i meno piccoli ancora portano nella lunga memoria della papille gustative . Girovacando in una delle più belle vie di Brera ti imbatterai ne La Tartina dove potrai tornare bambino “azzannando” il bancone carico di delizie, sempre in compagnia di un buon calice di vino.

Il giro è finito ed è ’ arrivato il momento di tornare a casa (a fare degli addomiali), cari amici con e senza coda. Se vi piace quello che facciamo e soprattutto “come lo facciamo” stay tuned e ve ne racconteremo presto delle belle! Parola di #dogfather #dogmother #oscar … sempre insieme per un mondo migliore #a6zampe dove umani a 2 e 4 zampe possano vivere e convivere serenamente.

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E adesso ti salutiamo con le parole del grande George Bernard Shaw:

“Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare”.